30 – Opus Two
30 Opus Two
Piero Gaddi Quartet feat. Bjorn Sølli
Un travolgente equilibrio di forma e senso nell’intreccio tra musica jazz, rock, colta e tradizioni popolari mediterranee.
Trentesima produzione per nusica.org, associazione culturale che promuove e supporta artisti innovativi. Il nuovo lavoro di Piero Gaddi Quartet feat. Bjørn Solli in uscita il 18 giugno 2024. Il disco è anticipato dall’uscita del singolo Il tempo volato, disponibile dal 14 giugno.
Si situa negli interstizi, nello spazio in cui è possibile far convergere molteplici suggestioni, l’ultimo lavoro di Piero Gaddi Quartet in uscita il 18 giugno per l’etichetta musicale nusica.org.
Un album, Opus Two, posto in continuità col precedente Opus One (2020) di cui sviluppa premesse, idee e suoni. Il naturale proseguimento è inoltre rappresentato dal perdurare della medesima formazione, mantenuta invariata da Gaddi allo scopo di garantire duttilità al processo compositivo.
Nei quattro anni di esperienza maturati insieme, il gruppo, con l’apporto del chitarrista Bjørn Solli, è diventato uno strumento in grado di scandagliare, espandere e approfondire le idee all’origine del materiale compositivo. Un quintetto improntato a una straordinaria qualità del suono, a un’intensità nell’esecuzione finalizzata al coinvolgimento dell’ascoltatore.
È una musica, quella di Piero Gaddi Quartet feat. Bjørn Solli che evoca differenti paesaggi e molteplici sensazioni cercando di sfruttare l’intera tavolozza timbrica e dinamica a disposizione. Un crossover che inaugura connessioni tra generi e culture differenti, in costante equilibrio tra sperimentazione e tradizione.
In questa prospettiva, il lavoro compositivo messo in atto in Opus Two mira a dar vita a organismi sonori via via sviluppabili in maniera anticonvenzionale, nell’utilizzo di codici comunicativi – intellettuali ed emozionali – riconoscibili dall’ascoltatore, in un continuo percorso di ‘immersione’ e conoscenza.
Ogni pezzo ha la sua storia perché pensato come organismo vivo, autonomo, con regole a sé stanti. Per tale ragione, talvolta si conservano tracce della forma canzone, ma più spesso la costruzione del brano tende a discostarsi da essa per imboccare strade differenti, lasciando al materiale generativo la scelta della propria evoluzione.
I nove brani compongono l’album appaiono così tasselli di un mosaico cangiante, tracce dai titoli evocativi (Transeunte; Il Linchetto; In quieto; La pioggia; Bye bye Boris, Rosa di Francia; Inverso; La legge; Il tempo volato) chiamate a comporre un mix di suggestioni e motivi svincolanti dal mero contenutismo in un viaggio ipnotico al confine tra i generi.
Piero Gaddi | piano
Fabrizio Desideri | clarinetto, sassofono soprano Andrea Beninati | violoncello, batteria
Filippo Pedol | contrabbasso
Bjørn Solli | chitarra
Tutti i brani sono di Piero Gaddi ad eccezione di La legge, di Fabrizio Desideri
Piero Gaddi ha suonato in molti festival italiani, in Francia, Germania, Norvegia, Spagna, Polonia, Mozambico. Tra gli altri con Ivan Mazuze, Mike Turk, Bjorn Vidar Solli, Flavio Boltro, Paolo Fresu, Tom Lorenz, Paolino Dalla Porta, Alessandro Fabbri, Fabio Morgera, Pietro Tonolo, Marco Micheli, Marco Tamburini, Hans Mathisen, Guy Sion, Per Mathisen, Francesco Ponticelli, Bernardo Guerra, Raciel Torres, Mirco Guerrini, Deborah Davis, Ruben Chaviano, Alfred Kramer, Francesco Petreni, Stelio Mondlane, Adam Lemańczyk, Scott Hamilton.
Pianista di formazione classica, si è perfezionato a Siena Jazz e successivamente diplomato in jazz al conservatorio di Livorno colmassimo dei voti. È inoltre laureato in musicologia al D.A.M.S. di Bologna col massimo dei voti. Attualmente coordina il dipartimento jazz del conservatorio di La Spezia dove ricopre la cattedra di pianoforte jazz.
Ha insegnato al Conservatorio di Lucca e per 15 anni pianoforte jazz al conservatorio di Livorno.
Poliedrico dal punto di vista artistico, nel 1998 fonda il quartetto Inter Nosper il quale compone brani originali e col quale si esibisce in numerosi festival ed incide due CD (“Por Rufina Amaya” e “Figure sullo sfondo”).
Si esibisce poi in Francia a Cannes. Accompagna alcune ottime soliste come Karima Ammar, Federica Gennai, Petra Magoni, Michela Lombardi. Nel 2006 e nel 2008 suona a Monaco di Baviera con diverse formazioni.
In trio con Fabrizio Desideri e Paolino Dalla Porta ha una collaborazione su repertori originali che presenta in alcune rassegne nazionali. Suona alcuni anni in duo con il violinista cubano Ruben Chaviano brani originali e tradizionali utilizzando elementi della musica latinoamericana, della musica colta e del jazz.
Fonda nel 2007 lo Jubilum Jazz Chorus nel quale rielabora il repertorio liturgico, pop e rock in chiave jazz-gospel. Vince col coro il Primo premio assoluto al Concorso Internazionale di Asti nel 2012 e il Primo Premio assoluto al concorso “Riviera Etrusca” nel 2017. Incide due CD per la“Vinile” (“Amazing Grace” e “Jubilum Jazz Christmas”). Nel 2018 con lo JJC viene invitato a esibirsi all’istituto di cultura italiana di Colonia.
Nel 2014 partecipa al C.R.I.G., un collettivo con il quale rielabora edarrangia in chiave jazz brani della cultura popolare garfagnina e siesibisce in alcuni festival (Bargajazz, Anfiteatro jazz, Massarosa jazzfest);un cd esce a fine 2015 insieme ad un libro edito da “Effigi”.
Con Fabrizio Desideri ha un progetto per pianoforte e clarinetto dedicato alla musica latino-americana “Por una cabeza” che presenta in alcune rassegne italiane. Nel 2018 forma il quartetto Desideri-Gaddi nel quale figurano anche Francesco Petreni e Filippo Pedol col quale suona in vari festival.
Suona nel quartetto italiano di Ivan Mazuze con Francesco Ponticelli e Bernardo Guerra dal 2019. Nel dicembre 2019 è invitato a suonare in Africa al “Mozambique Music Meeting” di Maputo col quintetto africano del sassofonista Ivan Mazuze.
Nel 2020 fonda il Piero Gaddi Quartet con il quale suona musiche originali insieme a Fabrizio Desideri, Filippo Pedol e Andrea Beninati.
Col gruppo nello stesso anno esordisce a Pisa Jazz e registra “Opus One” (Vinile Records) ospitando il chitarrista norvegese Bjorn Solli.
Suona con il quartetto con ospite Solli in alcune importanti rassegne di jazz tra le quali “Spejazz”, festival jazz di La Spezia, a “Trentino jazz” a Trento e Chiavari Jazz. Ha un progetto in duo, tra acustico ed elettrico, con il grande trombettista Flavio Boltro.
Nel 2022 viene invitato in Polonia, a Bydgoszcz, dove suona la sua musica con Adam Lemańczyk, Antoni Olszewski e Mateusz Krawczyk nella sala grande dell’Akademia Muzyczna.
In Norvegia, nel novembre 2022 suona al cafè Haerverk e all’Istituto italiano di cultura con il suo quintetto e al Grand Cafè di Oslo in duo con Bjorn Solli. Suona Al teatro di Drammen (Norvegia) con Per e Hans Mathisen. Suona al conservatorio della Coruna con Roberto Somoza.
Opus Two
È musica in equilibrio, è crossover. La scrittura si dipana attraverso l’utilizzo di elementi eterogenei mutuati dal jazz, dalla musica colta, dal rock o dalle tradizioni popolari mediterranee. L’ascolto delle varie tracce è talvolta spiazzante e ricco di sorprese.
L’album si pone in continuità con il precedente Opus One sviluppandone le premesse. Il lavoro compositivo di Gaddi cerca di dare vita ad organismi sonori che si sviluppino in modo non convenzionale pur utilizzando codici comunicativi, sia intellettuali che emozionali, con i quali gli ascoltatori possono essere attirati e coinvolti. La fruizione in genere risulta piacevole anche laddove la logica interna ai brani sia più complessa.
Ogni pezzo ha vita a sé: è pensato come un organismo autonomo che ha le sue regole individuali. Per questo, seppure si trovino residui della forma canzone, il più delle volte la costruzione del brano se ne discosta prendendo aspetti differenti. È lo stesso materiale generativo che si sviluppa “decidendo” la propria evoluzione. Gaddi ha voluto dare continuità mantenendo invariata per alcuni anni la stessa formazione, pensando per questi musicisti il nuovo materiale compositivo. Il contributo dei singoli nelle prove e nei live è stato fondamentale nella genesi della forma finale. Nei quattro anni di esperienza maturati insieme, il gruppo, con l’apporto di Bjørn Solli, è diventato uno strumento che ha la necessaria duttilità per espandere ed approfondire le idee che sulle quali si fondano le composizioni.
Il quintetto, inoltre, ha acquistato una qualità di suono, un interplay e un’intensità nell’esecuzione che non manca di coinvolgere l’ascoltatore. La loro musica evoca differenti paesaggi e molteplici sensazioni cercando di sfruttare l’intera tavolozza timbrica e dinamica a disposizione. Un Crossover che sperimenta connessioni tra i generi e culture differenti; con il dovuto rispetto ma anche con la necessaria libertà creativa.
01. Transeunte: Soggetto alla legge del divenire. Tutti noi in ogni singolo momento siamo qualcosa di leggermente differente. Anche nel momento in cui cessiamo di vivere, diveniamo. Gli elementi tematici di questa composizione mutano di continuo, si trasformano. Ora sono tema, poi divengono elementi di accompagnamento, in modo imprevedibile. Anche il tempo musicale è estremamente instabile: inizialmente è in 7/4 poi si svolgerà utilizzando ben sette differenti metriche.
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02. Il Linchetto: Si tratta di uno gnomo, un folletto spesso descritto nelle storie popolari della lucchesia. Non è eccessivamente pericoloso ma certamente è dispettoso e maligno. Ama fare scherzi e odia essere scoperto. Nessuno, infatti, è mai riuscito a vederlo, se non di sfuggita. Il breve tema dal carattere spigoloso ed imprevedibile ben si attaglia a questa figura che infesta i borghi e i boschi della Garfagnana.
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03. In quieto: Brano dalle molte sfumature con l’andamento di un bolero lento. L’introduzione ha un sapore vagamente francese. Il tema principale è lirico e l’armonia è come sospesa. Un momento di quiete venato di inquetudine. Nel finale diventa per un attimo un tango, per poi svanire.
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04. La pioggia: Da un riff di 11/8 della chitarra scaturisce tutta la composizione. Dall’arrivo dell’acquazzone fino alla fine del temporale. La parte centrale con il solo di sax è polimetrica.
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05. Bye bye Boris: Il brano nasce dal grande amore per la musica russa di inizio novecento, Prokovieff e Sciostakovic su tutti. Tende a provocare suggestioni di vicende e peasaggi legati alla guerra fredda. L’ho scritto qualche mese prima dell’inizio del conflitto tra Russia ed Ucraina.
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06. Rosa di Francia: Un choro che si ispira all’amore che lega due delle mie figlie (Rosa e Francesca). Un legame dialettico ed indissolubile.
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07. Inverso: La realtà e il suo riflesso sono alla base della composizione. Il tema dalla metà in poi diviene il proprio inverso: una tecnica nella quale gli intervalli tra i suoni tracciano una linea esattamente opposta, analogamente ad un’immagine riflessa in uno specchio d’acqua. L’armonia amplifica l’atmosfera pensosa e statica del brano.
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08. La legge: È un brano che ha attraversato almeno due dimensioni: quella onirica e quella “reale”. Il racconto del sogno, datato 5 Aprile 2023 recita: <<siamo nella regia di uno studio e stiamo riascoltando un brano con una strofa che armonicamente sale di tono a partire dal IV grado, a porzioni di 2 battute e che risolve in un inciso sul I grado (ottava)…>>. Al risveglio non è stato difficile riportare su carta quanto appena ascoltato nel sonno e inevitabile l’aggiunta di modifiche concettuali dovute allo stato di veglia. Il brano, ormai dimenticato, è tornato in vita esattamente un anno dopo e la scena sognata si è ripetuta identica nell’aldiquà. È ispirato alla legge del sette o “legge dell’ottava”.
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09. Il tempo volato: Il brano ha una struttura ciclica. È costruito partendo dall’elemento tematico del piano al quale si aggiungono gradualmente gli altri componenti del gruppo. Sul termine del solo del sax in background vi è una citazione coltraniana poiché le logiche armoniche del brano derivano dal magistero di questo compositore ed improvvisatore americano.
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