25 – [insita]
25 [insita]
Leonardo Barbierato / Patterns for Transcendence
Un album fotografico e musicale, da ascoltare e da guardare, da ammirare, in cui immergersi: suoni e immagini racchiudono paesaggi sonori, geografie urbane e naturali, per raccontare nuove relazioni tra improvvisazione, ambiente ed ecologia.
Il nuovo lavoro di Barbierato in uscita il 18 settembre 2023 per nusica.org
Il progetto è anticipato dall’uscita del primo singolo, disponibile su tutte le piattaforme dall’8 settembre: selfsimilarity.
Per Leonardo Barbierato, bassista, improvvisatore, soundscaper, il progetto del quartetto Patterns for Transcendence è il mezzo con cui portare avanti un’esplorazione artistica delle inter-relazioni tra improvvisazione e contesto ambientale/culturale. E l’album [insita], in uscita il 18 settembre 2023 con l’etichetta nusica.org, è il primo tassello di questa ricerca: un progetto audio-visivo in cui otto fotografie, contenenti elementi urbani e naturali, sono il punto di partenza da cui Barbierato ha estrapolato la partitura, trasformando immagini, pattern e astrazioni in suggestioni di altrettante composizioni musicali, tra elementi sonori sintetici-elettronici e acustici.
Immagini nate da luoghi (e non-luoghi) in differenti contesti, a diverse latitudini, si concentrano su dettagli che rendono difficile rintracciare l’area geografica e danno vita a otto composizioni originali, spaziando dall’improvvisazione free all’elettronica, dal minimalismo al jazz.
La naturale attitudine per la ricerca artistica di Barbierato lo portano da subito a sondare diversi stili musicali non convenzionali, portandolo ad essere selezionato per i corsi di dottorato dal conservatorio Santa Cecilia di Roma, in collaborazione con RomaTre, e trovando in Patterns for Transcendence l’occasione perfetta per sperimentare nuovi orizzonti di avanguardie, insieme a Gianpiero Malfatto al trombone e flauto, Lorenzo Morra al piano, synth e Riccardo Marchese alla batteria.
- Gianpiero Malfatto | trombone, flauto
- Lorenzo Morra | piano, synth
- Riccardo Marchese| batteria
- Leonardo Barbierato | basso
- registrato, mixato e masterizzato | Morra’s Studio di Lorenzo Morra
|01| E(OI)NCRYPTED: tralicci e cavi della corrente disegnano un pentagramma stilizzato, come a voler comunicare un messaggio cifrato che solo un osservatore attento può captare. La natura del messaggio è tuttavia aperta a più interpretazioni e non si è mai sicuri di averla letta nel modo giusto. Ma questa non è una caratteristica di tutti i messaggi? La distanza tra mittente e destinatario, tra intenzione e percezione è al centro di questo brano, che, non a caso, è il brano d’apertura dell’album. Un monito per te, ascoltatore, ad invitarti a ricollocare nella tua esperienza di vita quello che percepisci dall’ascolto e dalla lettura di questo progetto. Ma anche un monito per me, musicista, a rinunciare al controllo totale dell’opera, annullarmi. Potrebbe essere questo il significato di questo brano, che pervade un po’ tutto l’album. Oppure no.
|02| SUBURBS: un ecotono è il luogo di incontro tra due ecosistemi diversi, uno spazio di transizione tra i due, una zona di scambio. Le periferie, le zone marginali delle città hanno sempre avuto un certo fascino per me, si tratta di ecotoni che si sviluppano dall’incontro di un tecnoecosistema cittadino e la campagna. La foto, scattata nella periferia della città di Alessandria, mette in primo piano una pianta che cresce su una rete che delimita una zona ricca di palazzi popolari. Dalla simmetria visiva che emerge dall’incontro di questi due elementi, provenienti da due ecosistemi differenti, si genera il pattern di pianoforte che resta costante per tutto il brano e risulta la colonna vertebrale su cui poggia tutta la composizione.
|03| SUPREMATISM: quando il dottore opta per una terapia che agisce per attenuare i sintomi della malattia, non è mai un buon segnale. Ma allora perché la maggior parte delle iniziative volte a “curarci” dalla crisi ambientale si concentra sugli effetti e non sulle cause? Stiamo adottando una “terapia del dolore ecologica” perché siamo più disposti ad accettare catastrofi ambientali che a cambiare il nostro modo di pensare e di vivere? I nidi artificiali, protagonisti di questo scatto, sono un chiaro esempio di quello che sto scrivendo. La mancanza di contesti naturali ha spinto molte città all’impiego di nidi artificiali con grande efficacia. Il problema sullo sfondo, tuttavia, rimane: l’espansione delle città e il disboscamento continuano. Al massimo basterà costruire altri nidi artificiali, giusto? I pattern colorati sulle casette degli uccelli, mi hanno ricordato gli elementi della pittura astratta di Malevič e di altri pittori del Suprematismo russo. Le permutazioni dei colori presenti nella fotografia sono riportate sul piano musicale a diversi livelli: armonico (le progressioni in alcune sezione sono basate su pochi accordi che cambiano l’ordine), tematico e strutturale. suprematism è un brano sulle permutazioni e sul cambiare prospettiva, partendo dagli stessi elementi di base.
|04| LINES: “chi sa dove andavano le anitre quando il laghetto era tutto gelato e con il ghiaccio sopra” è la frase, presa dal Giovane Holden di Salinger, che mi è venuta in mente quando ho visto questa immagine a Central Park. Sono nato e cresciuto in campagna, per cui il trasferimento nelle città in cui ho vissuto e sto vivendo è stato un passaggio necessario ma, in parte, traumatico. La mancanza di verde e il paesaggio sonoro urbano, così drasticamente diverso da quello a cui ero abituato, è stata motivo di disturbo. Ho presto trovato rifugio nei parchi cittadini, la cui vicinanza è diventata un criterio per cercare casa ogni volta che ho traslocato. Sull’utilità di avere parchi cittadini ben curati e gestiti sono state spese già molte parole: i vantaggi sono psicologici, fisici, culturali, sociali e produttivi4. Recentemente si sono avviati anche molti studi sul ruolo dei parchi nel contesto del cambiamento climatico, contribuendo a definire meglio le intuizioni avute in precedenza sul sequestro e stoccaggio di CO2 ad opera delle nostre aree verdi. L’attenzione a quelli che possono essere dettagli secondari di una città, rivestono invece un ruolo di primaria importanza per tutto l’ecosistema urbano. Ma quindi, dove vanno queste dannate anatre? In lines sia il tema sia il principio improvvisativo sono elaborati a partire dalla disposizione delle anatre della foto e alla loro direzione di movimento. Nella sezione centrale, l’improvvisazione collettiva è marcatamente direzionale: ad ogni strumentista è stato assegnato un movimento più o meno articolato di altezze.
4 S. Cannizzaro, G. L. Corinto “La crescita verde della città e il ruolo dei parchi urbani come elemento di attrazione turistica sostenibile” 2013.
|05| SELFSIMILARITY: la fotografia scattata al parco del Valentino ritrae la silhouette delle foglie di Juglans nigra che si stagliano sul cielo grigio della primavera torinese. Proprio queste forme sono lo spunto da cui parto per la scrittura di questo brano. Lo schema ricorsivo delle foglie di Juglans nigra (specie alloctona in Europa, di origine americana) mi ha dato l’idea per inserire i frattali all’interno dell’improvvisazione, adottando l’armonia di gravitazione di Roberto Lupi3, che presenta molte analogie con la geometria frattale. Con questo brano voglio riflettere su una tematica particolarmente complessa: l’introduzione più o meno deliberata di specie alloctone, ossia native di altre zone, che accompagna l’uomo dall’epoca dei suoi primi grandi spostamenti. Con il rafforzamento di un’economia sempre più globalizzata e la facilità nell’effettuare grandi spostamenti in breve tempo, l’aumento delle specie invasive può causare un forte impatto sulla biodiversità, mettendo a rischio un gran numero di specie autoctone. Vista da un’altra prospettiva, questa è anche una riflessione sulle difficoltà legate al sentirsi a casa in un luogo diverso da quello d’origine. [music nerd alert!] Gli improvvisatori discontinui, in questo caso pianoforte e trombone, sono liberi di muoversi all’interno dei pathways di questo schema, seguendo le connessioni che legano i vari accordi, allontanandosi sempre di più dal centro di gravitazione (l’accordo di Do9), che è il centro su cui si muove la parte del basso, allo stesso modo in cui la specie di noce si è allontanata dalla sua terra originaria per trovare casa in regioni molto distanti da quella di nascita. I frattali e le proprietà dell’autosimilarità sono ripresi a livello poliritmico nella durata del brano: l’intervallo di quarta giusta deriva acusticamente da un rapporto di 4:3, motivo per cui il polimetro 4 su 3 è associato a questo intervallo per tutta la durata del brano. Inoltre la simmetria speculare, presente nella fotografia, è ripresa sul piano musicale i a livello strutturale: l’ultima sezione del brano è speculare alla prima sia a livello melodico che armonico, sfruttando i principi dell’armonia negativa.
3 R. Lupi, L’armonia di gravitazione, Edizione De Santis, Roma, 1946.
|06| OCEAN: è da quando sono nato che sento ripetere periodicamente che i ghiacciai si stanno ritirando, le calotte polari si stanno sciogliendo e che Venezia verrà sommersa progressivamente. Secondo un recente studio1 l’aumento delle temperature verificatosi negli ultimi decenni sarà sufficiente a sciogliere la calotta polare nei prossimi anni, portando ad un aumento del livello del mare di 27 cm. Questo avrebbe un impatto catastrofico sul piano delle attività umane: si stima che nei prossimi anni si andrà incontro ad una perdita del 5-10% del PIL mondiale2. Ma preoccuparsi dell’economia è un problema “solo” perché siamo immersi in una società capitalista che ci impedisce di ragionare sulle nostre connessioni ecologiche-culturali con l’ambiente e ci rende ciechi di fronte al vero problema: l’impatto sugli ecosistemi, migrazioni climatiche, alterazioni ecosistemiche a catena. L’idea di ocean è quella di rappresentare un meccanismo dinamico, quello dello scioglimento dei ghiacci, e rifletterlo su una tecnica improvvisativa. In questa improvvisazione collettiva, il concetto è basato su un pattern scelto dalla foto: le forme geometriche del ghiaccio in scioglimento. [music nerd alert!] Ho inserito le forme geometriche di alcune di queste lastre di ghiaccio all’interno del circolo delle quinte riprendendo alcune parti di diverse teorie musicali, in particolare da Alberto Colla, John Coltrane in Giant Steps, Masaya Yamaguchi. Ad ogni strumento è assegnata una figura geometrica e, inizialmente, i musicisti improvvisano sulla serie di note corrispondente e sulle sue trasposizioni (p. e. Mi bemolle, Sol, La e Si, nella figura in alto a sinistra). L’ordine e le ripetizioni delle note sono a libera scelta dell’improvvisatore, così anche le trasposizioni, che in tre di queste figure sono limitate (p. e. la triade aumentata può essere trasportata tre volte). Nel corso del brano, il numero di vertici di queste figure diminuisce, fino a ridursi ad un punto (una nota), queste transizioni sono marcate anche cambiamenti di altri parametri (p.e. variazione della percezione temporale da parte degli strumentisti, cambiamenti di densità del fraseggio, riassegnazioni tra strumentisti continui/discontinui).
1 J. E. Box, Greenland Ice Sheet Climate Disequilibrium and Commited Sea-Level Rise, Nature Climate Change, London, 2022.
2 M. A. L. Caetano, Optimal resource management control for CO emission and reduction of the greenhouse e!ect, Ecological Modelling, Ecological Modelling, Amsterdam, 2008.
|07| LAG: il delirio di onnipotenza e il mito della necessità storica del progresso si inseriscono perfettamente nella cornice della filosofia del transumanesimo. Il senso di padronanza e la volontà di trascendere noi stessi, direzionandoci verso un’evoluzione al di fuori di ogni logica naturale, non possono che essere illusioni pericolose nel contesto della crisi ecologica, allontanandoci dall’idea di essere un elemento alla pari di altri in un sistema complesso, come la Terra. Il paesaggio immortalato nella foto è un paesaggio chiaramente antropizzato, dai tralicci ai campi coltivati, ma è anche un paesaggio a cui sono molto legato e in cui sono cresciuto, in cui ho vissuto per molto tempo. Le alterazioni ambientali che ho visto in atto in questi anni sono il seme dal quale è germinato questo brano. Si tratta di una composizione nella quale la miscela di sonorità acustiche e elettroniche risulta, progressivamente, sempre più sbilanciata nel corso del tempo. La struttura, che riprende una serie di crescendo che si interrompono bruscamente, cerca di riflettere il processo antropico che ho visto in opera sul paesaggio.
|08| FREE: storpiando la celebre frase Edward Norton Lorenz: il battere d’ali di un gabbiano provoca un tornado in Texas? Nella teoria del caos, da piccole variazioni delle condizioni iniziali di un sistema dinamico corrispondono variazioni possibili future molto più significative. Questa caratteristica dei sistemi è molto importante anche in ecologia, come appare chiaro nel pionieristico libro di Rachel Carson Primavera silenziosa, in cui evidentemente emerge come l’utilizzo di pesticidi può dar vita a catene di causa-effetto difficili da prevedere a priori. In questo brano, per solo basso elettrico e effetti, totalmente improvvisato per quanto riguarda la scelta armonica, ritmica e melodica, ho cercato di riflettere questa libertà caotica e organizzata attraverso l’utilizzo dell’elettronica, strutturata per intervenire più randomicamente possibile. In che modo questi interventi influenzano la direzione dell’improvvisazione?
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08. FREE
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