14 – Dress Code
14 Dress Code
MAGNELLI TRIO “A032”
- Marco Magnelli (chitarra)
- Federico Gueci (contrabbasso)
- Simone Sferruzza (batteria)
Registrato e mixato da Stefano Amerio presso Artesuono.
“Dress Code” nel significato inglese del termine indica un determinato codice di abbigliamento. Applicato alla filosofia del trio di Marco Magnelli è sinonimo di stato d’animo. Il vestiario assume così, il significato di maschera, diviene un rafforzamento, rappresentato dai diversi periodi della vita. I brani presentati nel disco, come ciò che è racchiuso in un guardaroba personale, identificano determinati percorsi musicali, approcci alla vita, periodi ciclici che chiunque di noi può vivere per ritrovare se stesso. Le ispirazioni musicali suscitate dalla musica di Bill Frisell e Esbjörn Svensson vengono rielaborate in diverse direzioni, dal funky al rock per tornare poi a forme più tradizionali.
Il concetto di circolarità è la chiave di lettura per comprendere questo lavoro. Il trio stesso si rappresenta attraverso la figura del cerchio, tre musicisti che si influenzano costantemente, le esperienze personali si mischiano tra loro per poi farle ricadere nella musica stessa, evidenziando la necessità di comunicazione tra le persone, nella musica come nella vita.
Marco Magnelli nato a Cosenza trentasei anni fa, suona e vive a Bologna, all’attivo ha due dischi, “Bastandards Play Jazz” e “Pictures of Moments” per Improvvisatore Involontario. Nel 2017 decide di formare il trio Magnelli, composto da Magnelli stesso alla chitarra, Federico Gueci al contrabbasso e Simone Sferruzza alla batteria. suona insieme nei più prestigiosi jazzclub d’Italia. L’idea di comporre e registrare un disco non è nata subito però, il suonare assiduamente insieme ed essere così in sintonia, ha permesso al trio di conoscersi profondamente e di influenzarsi costantemente a vicenda, nella vita ma soprattutto nella musica. È nata allora la consapevolezza e la voglia di iniziare a creare una “loro” musica più strutturata e sistematica. Da questa presa di coscienza, nusica.org, etichetta indipendente di musica jazz, ha visto nel trio A032-Marco Magnelli un potenziale ottimale e di qualità per il quattordicesimo disco prodotto. L’etichetta, con peculiarità specifiche quali il libero download delle tracce e le partiture consultabili, gratuite e scaricabili dal sito, vede nei giovani musicisti una partenza e un traguardo, un punto iniziale ma anche d’arrivo per cercare di portare il mondo del jazz nell’abitudine quotidiana.
o1 Ironic Smile – Ghigno sprezzante (Marco Magnelli)
“Ironic Smile” è un brano ironico che si basa essenzialmente su una ritmica funky. La sua atmosfera musicale si discosta volutamente dall’andamento generale del disco per ricercata semplicità melodica, immediatezza ritmica e groove ipnotico. L’assolo di batteria finale rappresenta e amplifica alla perfezione la cifra stilistica dell’intera composizione.
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o2 Loving Bells (Simone Sferruzza)
“Loving Bells” è l’unico brano del disco scritto dal batterista, nato come riflessione personale dopo la sua esperienza di vita a Berlino. Armonie soffuse e improvvisi precipitati ritmici, melodie sognanti e parentesi decisamente più aggressive, simboleggiano il continuo movimento interiore e il vitale travaglio passionale che caratterizza il sentimento dell’amore, “protagonista” ispiratore dell’intera composizione, come si può evincere dal titolo stesso del brano.
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o3 Luna Nuova (Marco Magnelli)
“Luna Nuova” inizia seguendo i canoni della ballad, come si evidenzia dal tema iniziale. Successivamente si sviluppa verso un andamento più tipicamente rock, mettendo in risalto l’influenza di ispirati musicisti come Esbjorn Svensoon. La composizione stessa del brano, con chiaro riferimento al titolo, rappresenta e in qualche modo incarna acusticamente la forte voglia di cambiamento e di svolta musicale da parte del trio.
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o4 Ormeggio (Marco Magnelli)
“Ormeggio” è interamente giocato su tempi dispari ed ospita diversi momenti esecutivi che vanno dalla dolcezza iniziale, per poi passare a più sanguigne atmosfere chitarristiche di chiara influenza flamenca e quindi concludersi con una parte improvvisativa assai lunga e d’ampio respiro. Tramite questa traversata sonora a più tappe, si è cercato di rappresentare, metaforicamente, le difficoltà, le pause, gli incampi e le ripartenze che caratterizzano ogni percorso personale, fatto di scelte, obiettivi e impegno.
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o5 Piccoli Idillii (Marco Magnelli)
“Piccoli Idilli” nasce da un ostinato di contrabbasso che si muove cromaticamente e si dipana attraverso una dinamica tutta in crescendo. Il tema principale si amalgama a tale tessuto creando delle ragionate contrapposizioni ritmiche in grado di colorare l’intero brano con precise sfumature ondulatorie. Il titolo del brano intende essere un personale e sentito omaggio a tutte quelle piccole cose che infondono ricchezza alla vita.
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o6 Sfera (Marco Magnelli)
“Sfera” nasce da un’idea di fondo che intende approfondire il concetto di circolarità applicato all’arte sonora. Nello specifico, ogni elemento del gruppo, con le proprie idee e influenze personali, fa sì che la musica si sviluppi in maniera collettiva e condivisa, evidenziando la necessità della comunicazione tra le persone, nella musica così, come nella vita.
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o7 Wild (feat Mario Lino Stancati)
“Wilde” nasce dal desiderio di sperimentare un possibile scambio espressivo e una effettiva fusione sonora tra metodologie performative ed approcci compositivi tra loro differenti, quali quelli appartenenti allo stile jazzistico e alla musica elettronica. Come coniugare e far dialogare assieme la concreta meccanicità degli strumenti tradizionali con l’operatività digitale dei vari dispositivi elettronici a disposizione? In che modo far coesistere il minimalismo esecutivo caratteristico del jazz colto con la ridondanza eccentrica dell’universo elettronico? Da questi interrogativi, basilari e volutamente essenziali, trae origine, spunto e abbrivio la lavorata e per nulla facile ricerca di un punto di incontro musicale, capace di valorizzare l’abbraccio acustico e l’armonia paradossale di due mondi apparentemente così lontani, eppur intimamente uniti dalla stessa e identica finalità estetica: creare distacco, rapimento, abbandono, meraviglia.
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